Nel quotidiano di Giorgia
A: posta@conosciamocimeglio.it Ora che mia figlia frequenta il nido, ho più tempo da dedicare ai miei
interessi e per riflettere. Mio marito ed io abbiamo superato momenti duri, ma fortunatamente siamo ritornati
ad essere gli stessi di prima: pieni di ottimismo e di bei progetti per il
futuro. Il pregiudizio, il luogo comune, l’indifferenza: ne sono ben consapevole, Ma Giorgia ha diritto ad un domani migliore in una società migliore
e, per quanto la riguarda, un inizio è nei nostri occhi, quelli del
suo papà e della sua mamma. Quando Giorgia avrà abbastanza anni da capire, sarà lei in prima persona a dover vivere sulla sua pelle l’indifferenza, la diffidenza, sarà lei che dovrà essere abbastanza forte da far valere la sua “speciale abilità” colma di inaspettate sorprese, ma inadeguata alle attese del comune sentire. A meno che non ci sia , nel frattempo, una svolta nel comune sentire. Questa svolta è già cominciata: nel quotidiano di Giorgia parte da me e da mio marito nelle piccole circostanze di tutti i giorni, senza strafare ma lavorando come la goccia d’acqua che buca la roccia. Il fatto di vivere l’handicap in casa, di affrontare ogni giorno le barriere che si creano inevitabilmente intorno ai problemi, di qualsiasi sorta siano, mi fa sentire aperta e disponibile per prima, senza troppe tergiversazioni, con naturalezza: per i miei parenti, per gli amici, i vicini di casa, le insegnanti, per il quartiere, per la città e così via in cerchi sempre più ampi. Io capisco le loro difficoltà: anch’io, prima, ero come loro. E non servono le parole, per far capire me: bastano i fatti di tutti i giorni perché questa è la mia normalità. Rossella Catalano Roma, 23 Settembre 2004
|