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L'Arcobaleno  Edi Giugno 2004

 

L'Arcobaleno

Ho letto con molto piacere l'articolo di Daniela Pari “Un mosaico di grande valore”, in cui si descrive la Pedagogia dei Genitori come un grande mosaico (*) e mi sono subito immaginata questi pezzetti piuttosto insignificanti, se presi singolarmente, ma che insieme possono creare un paesaggio bellissimo. Vorrei aggiungere qualcosa anch'io a quel paesaggio.
Sono la mamma di Andrea, un bambino di nove anni e mezzo che frequenta la quarta elementare in una scuola a tempo pieno. Forse qualcuno avrà letto la mia narrazione “La scuola? Un punto di domanda” ed avrà immaginato i temporali tempestosi che abbiamo vissuto in questi anni. Il ruolo di genitori, responsabili, esigenti, che non si accontentano di situazioni accettabili ma che per i loro figli vogliono il meglio, non è affatto facile. Per questo abbiamo fin dall'inizio cercato di instaurare con la scuola un rapporto di collaborazione. Gli insegnanti sono sempre stati disponibili ad incontrarci ma spesso abbiamo avuto l'impressione di non essere ascoltati o di non essere capiti. Dato il nostro grosso coinvolgimento emotivo non ci siamo resi conto che c'erano molti preconcetti da superare per vivere davvero l'inclusione. Preconcetti sulla figura ed il ruolo del genitore, visto a volte come un controllore o un giudice, preconcetti sulle aspettative troppo spesso riposte negli interventi terapeutici e riabilitativi. Quello che invece io, guidata dal mio istinto e con dei mezzi sicuramente poco affinati, cercavo e tuttora cerco di far capire è che Andrea è prima di tutto un bambino con i bisogni ed i sentimenti degli altri bambini della sua età. Per anni ho cercato di dire che non volevamo per Andrea qualcosa di più, ma le stesse cose fatte per altri, semplicemente adattate a lui. Chiedevo solo di usare piccoli trucchi: canali di comunicazione diversi, contenuti semplificati, e così via. Avevo l'impressione che tutti i miei sforzi fossero vani, spesso mi sono sentita un'aliena, parlavo una lingua non capita. Poi finalmente Andrea mi ha aiutato. E' iniziato uno di quei periodi in cui i bambini, quando uno meno se lo aspetta, fanno mostra di tutto quello che hanno imparato prima, così, all'improvviso. Per le vacanze di Natale l'insegnante di matematica ha dato alla classe delle schede di esercizi prevalentemente basati sulla logica. Mi ha detto “le ho date anche ad Andrea perché vedo che con queste cose ci chiappa e può competere con i suoi compagni”. Non ci ho creduto. Questa volta è stato proprio l'insegnante ad applicare i principi della “Pedagogia dei Genitori”, non io. Un po' dubbiosa ho proposto ad Andrea gli esercizi, pensando “e ora come glieli spiego?”. Il risultato è stato strabiliante. Guardava le serie logiche e, senza ombra di dubbio, sceglieva il pezzo mancante. Questa esperienza è stata molto preziosa, mi ha aiutato a scoprire aspetti di Andrea a me sconosciuti. Sino ad allora avevo osato, ma non abbastanza. E poi, per la prima volta in quasi quattro anni di scuola, ho potuto partecipare ai commenti delle altre mamme sulla lezione data ai nostri figli. Vi pare poco? Insomma, sembrerà sciocco ma per me queste schede sono state un bellissimo regalo di Natale. Al rientro delle vacanze la bella favola è continuata. Gli insegnanti hanno cominciato, uno ad uno (nemmeno si fossero messi d'accordo!) a parlarmi all'uscita della scuola, cose semplici, momenti di vita scolastica, ma per me preziosi per capire cosa succede in quelle lunghe ore. Un giorno l'insegnante di matematica ed educazione fisica mi ha chiamato per farmi vedere com'era bravo Andrea a fare il giocoliere. E' stato molto bello, era la prima volta che venivo invitata in classe a vivere un momento della vita della classe, anche gli altri bambini erano contenti, mi sono venuti tutti intorno. Poi mi è venuta incontro l'insegnante di storia e geografia, “Andrea ha lavorato in autonomia” mi ha detto con entusiasmo, mostrandomi il quaderno. Il mio sogno si era avverato, su quel quaderno ho visto quello che per anni avevo chiesto. Il lavoro della classe fatto a misura di Andrea. E così Andrea ora sa parlare degli antichi romani, degli arabi, della Lombardia…
Sì, vorrei proprio aggiungere un pezzo al mosaico di Daniela, vorrei metterci un arcobaleno, grande, colorato, lanciato verso l'infinito. E' così che vedo questo momento, bellissimo, forse effimero lo so. Ma sono sicura che anche altri genitori vivranno prima o poi il loro arcobaleno e che tutti insieme un giorno lo terremo “acceso” abbastanza a lungo da riuscire, chissà, a trovare la pentola dell'oro che si nasconde ai suoi piedi.
Edi Cecchini, mamma di Andrea (9 anni)
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www.aipdpili.org

(*) “La Pedagogia dei Genitori è un mosaico fatto di tanti piccoli pezzi difficili da trovare e da incastrare gli uni con gli altri e noi genitori stiamo facendo molta fatica a comporre quest'opera immane ed a non disperdere nessun tassello. Quando però il mosaico sarà terminato potremo appenderlo ai muri della nostra società e togliere quelle brutte litografie, ormai superate, del giudizio e della diversità, e forse il mondo sarà davvero migliore.”
(tratto da “Un mosaico di grande valore” Daniela Pari)

 
 
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